PERCHE' FARE UNA «RETE DI IMPRESE»
Il vecchio detto, «l’unione fa la forza», risalente ai Romani (viribus unitis), trova riscontro anche nell’unione di più imprenditori che vogliono raggiungere determinati traguardi. Esso può essere, nel nostro caso, parafrasato o meglio integrato con l’aggiunta della locuzione «a condizione che ogni singola impresa sia ben governata». E allora entra in gioco anche chi esercita la professione di consulente aziendale.
Compito del professionista che presta attività di consulenza ed assistenza alle aziende è quello di individuare prontamente le carenze che ostacolano tale buon governo, suggerendo al management le possibili soluzioni. Ma al di là della qualità non sempre insita in ogni imprenditore, vi sono altre cause interne all’impresa, quale la debolezza strutturale sotto l'aspetto finanziario (accentuata ora dalla crisi generalizzata dell’economia), che ne può determinare l’uscita dal mercato.
L’antico adagio trova concretezza nell’impresa quando sceglie di uscire dall’isolamento volontario per unirsi ad altre imprese che versano nella medesima condizione.
Il fenomeno perdurante da alcuni anni, che ha dato luogo all’aggregazione di due o più imprese e ad un duplice sbocco sistemico, è rappresentato:
- dal «Raggruppamento temporaneo di imprese», la cui finalità è – generalmente - la partecipazione a gare d’appalto bandite dalla pubblica amministrazione;
- dal «Consorzio fra imprese», il cui scopo può essere tanto lo svolgimento della stessa (o similare) attività, aumentandone la propria competitività mediante la riduzione delle spese, quanto la disciplina reciproca della concorrenza.
Di recente, nel nostro ordinamento, è stata introdotto un terzo genere di aggregazione: la «Rete di imprese», originata dalla sottoscrizione o dalla successiva adesione al «Contratto di Rete».
L’imprenditore che legge questa pagina si chiede (o può chiedersi): perché porre in essere il tipo di contratto, e quali ne sono i vantaggi? Legittima la domanda cui questo Studio cercherà, di seguito, di rispondere molto sinteticamente.
Intanto diciamo che il rapporto negoziale di che trattasi è estremamente utile alle PMI, perché permette loro di accrescere la capacità produttiva e/o distributiva, superando l’iniziale posizione di svantaggio in cui oggettivamente versano a causa della rigidità dei costi fissi, e della scarsa efficienza strutturale ed organizzativa interna. Come strumento giuridico, il «Contratto di Rete» non conosce preclusioni soggettive: vi possono essere parti le imprese individuali e le società di capitali o di persone, sia con sede in Italia sia con sede all’estero, purché esse abbiano come obiettivo la crescita individuale e collettiva in termini di capacità innovativa e competitiva sul mercato
In dettaglio, qui di seguito ne elenchiamo i vantaggi previsti dall’art. 42, secondo comma, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con legge 30 luglio 2012, n. 122::
☻sotto il profilo amministrativo: è prevista la semplificazione burocratica che si concretizza nella possibilità di redigere il contratto come atto firmato digitalmente e nelle modalità di iscrizione delle modifiche presso il Registro delle imprese;
☻sotto il profilo fiscale: di durata temporale fino al 2013, riguardano la sospensione d’imposta sugli utili che non concorrano alla formazione del reddito e siano destinati ad investimenti, in misura non eccedente un milione di euro per ciascuna impresa (limite massimo agevolabile euro 14 milioni per il 2012 e il 2013;
☻sotto il profilo finanziario: è quello di maggio rilievo. Infatti, Sul fronte del finanziamento, nell’attuale periodo di crisi, in cui il sistema bancario ha dato una stretta alla concessione di mutui, diventa più semplice ed agevole l’ accesso al credito per le PMI che abbiano concluso un «Contratto di Rete». A ciò si somma anche la possibilità di stipulare convenzioni con l’Associazione Bancaria Italiana (A. B. I.) nei termini definiti con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze. Al riguardo si rappresenta che il 28 febbraio 2012 è stata firmata fra le Associazioni rappresentativa delle categorie delle imprese e l’A. B. I. l’intesa denominata «Misure per il credito alle PMI». L’accordo mira ad assicurare la disponibilità di risorse finanziarie per le imprese che presentano prospettive economiche positive.
Sul piano strategico gli scopi della «Rete di imprese» si possono compendiare in:
☻realizzazione di progetti d’investimenti comuni, ripartendone gli oneri sulla pluralità delle imprese aderenti ;
☻aumento della forza contrattuale di ogni singola impresa aderente;
☻tutela commerciale dei prodotti.