ANCORA SULLA FIGURA PROFESSIONALE DEL CONSULENTE D’AZIENDA E SUI RELATIVI COSTI
1 – Premessa.
Della consulenza aziendale e del professionista che se ne occupa, abbiamo avuto modo di accennare in più occasioni su questo sito; ma, come dicevano i latini, «repetita iuvant» (le cose ripetute aiutano, in questo, gli imprenditori a conoscerne meglio l’importanza). Scorrendo le pagine web ci si imbatte in alcuni nomi di consulenti che prestano varii servizi alle aziende; la recente legge n. 4 del 2013 ha poi conferito loro (noi) dignità professionale al pari degli altri liberi professionisti iscritti ai rispettivi ordini professionali. Scegliere quale di noi sia il più idoneo a collaborare fattivamente con l’imprenditore è cosa non facile, perché non tutti i colleghi rendono pubblico il proprio curriculum professionale (studi compiuti, esperienza acquisita sul campo,misssion, ecc.) forse per timore di un'utile comparazione dei titoli. C’è (o ci può essere), dunque, un certo disorientamento in chi ha voglia di affidare la propria azienda alla «cura» del professionista. Da ciò discende (o può discendere), la scarsa propensione di affidare a collaboratori esterni l’espletamento di delicati compiti. Certamente non è il caso di questo Studio il cui titolare ha delle «credenziali» tali da non dar luogo dubbi quanto a cultura universitaria e specialistica, pregressa competenza ultra quarantennale sia nel settore privato sia in quello pubblico e, da ultimo, professionalità in qualità di consulente aziendale, attività iniziata nel 2006.
Vorrei, con questo scritto, fugare ogni dubbio circa l’utilità, talvolta necessità, dell’imprenditore di avvalersi di un consulente aziendale
2 - L’azienda quale organismo vivente.
Senza addentrarci in disquisizioni scientifiche, possiamo tuttavia affermare che l’azienda pur essendo un soggetto economico, la sua soggettività la rende organismo vivente: nasce, sia pure concepita da un’idea dell’uomo; cresce mediante l’impiego di capitali ma anche di forze umane e altri fattori della produzione; finisce quando essa ha raggiunto i fini che si era prefisso. Quale organismo dotato di vitalità, l’azienda può manifestare delle patologie per la cura delle quali sono richiesti adeguati interventi: specialisti, che ne sappiano individuare le cause e gli effetti; terapie che ne possono alleviare le sofferenze; eventuale asportazione delle parti «infette». Lo specialista che, all’occorrenza, interviene al capezzale del «degente», non può essere l’imprenditore, necessita, al contrario, la presenza più o meno costante di un professionista in grado di valutare la gravità del caso.
3 – Il consulente e la sua specificità professionale.
All’azienda affetta da patologia occorrono la consulenza e l’assistenza di uno specialista. Il sostegno che egli può offrire all’imprenditore se è commisurato alla complessità che ne alimenta la preoccupazione in capo a chi ne è responsabile secondo le regole dettate dal Paese in cui l’azienda è operativa, non vi è, d’altro canto, un solo rimedio di cui sia dotato in via esclusiva lo specialista. Insomma: ciascuno di noi consulenti applichiamo la metodica basata sulla scienza e coscienza individuale. In ogni caso, l’attività del professionista è, essenzialmente (o almeno secondo la filosofia del titolare di questo Studio), quella di consigliare e assistere l’imprenditore in tutte le sue attività la cui rilevanza si manifesti principalmente all’esterno. Nell’ambito di questa generale attività si colloca poi quella diretta a risanare l’azienda in crisi, anche mercé il reperimento di adeguate risorse finanziarie che possano rinvigorirne il processo produttivo e favorirne lo sviluppo anche in vista di accedere a nuove fette di mercato.
4 – Le possibili obiezioni dell’imprenditore.
Tutto semplice? Non per alcuni imprenditori che hanno una scarsa dimestichezza con il problema che ci riguarda. Taluni di essi ritengono – erroneamente – che il supporto di un consulente aziendale laddove fosse utile non sia mai necessario. Posizione assiomatica di chi non è dotato di acume o non ha piena consapevolezza di quanto possa giovare all’azienda la disponibilità di un professionista che possa esaminarne, valutarne e risolverne - ove possibile – ogni questione attinente alla sua «salute». E inoltre – insistono - vi sono i costi (remunerazione del professionista) che incidono sul prezzo del prodotto finito: come se altri servizi essenziali nella fase produttiva non avessero la medesima o addirittura maggiore incidenza. In conclusione, l’equazione «costi/benefici» non sempre è presente nella mente dell’imprenditore. Cosa dire per convincerlo che l’asserzione è perniciosa.
5 – Investire in consulenza.
Si può parlare, nel caso d’incarico professionale conferito a un consulente, d’investimento per di più produttivo? La domanda può sembrare opinabile, perché in sostanza si tratta di un costo ascrivibile alla retribuzione di personale autonomo; però un fondamento di verità è rintracciabile laddove il lavoro del consulente è inteso come «bene» suscettibile di redditività aziendale. A tal punto è di prammatica domandarsi quali sono gli oneri retributivi a carico dell’imprenditore che si avvale della consulenza ed assistenza di un professionista. E’ un costo, invero, variabile legato alla collocazione del professionista nell’universo delle libere professioni (avvocato, commercialista, consulente, ingegnere, ecc.).; tuttavia – per quanto riguarda la categoria dei consulenti aziendali – è un costo da comparare con la retribuzione del personale dipendente dell’azienda. La retribuzione annua lorda di un «dirigente» è di € 98.000,00 circa pari a € 7.040,00 circa al mese per 14 mensilità; quella di un «quadro» è di € 51.000,00 circa pari a € 3.683,00 al mese per 14 mensilità. Orbene, il consulente che, al pari del dirigente, non è vincolato all’osservanza di un orario di ufficio, volendo fare una media fra le due retribuzioni, dovrebbe costare all’azienda € 5.361,00 per 14 mensilità. Il costo per avvalersi della consulenza e assistenza aziendale a distanza tutti i giorni feriali, con risposte e pareri scritti, oppure le due attività fornite da questo Studio nella nostra sede, nonché presso l’azienda quando dall’imprenditore ritenuto necessario, è di circa € 14.000,00 annui (oneri previdenziali e i. v. a. compresi), pari a € 1.170,00 al mese. Un costo che decisamente anche la micro impresa può affrontare per assicurarsi prestazioni professionali specialistiche.
Perché, allora, non parlarne?
Settembre 2016 dott. Pietro Fulciniti