SCRITTI DI DIRITTO ED ECONOMIA AZIENDALE
PARTE SECONDA
LA STRUTTURA OPERATIVA DELL’IMPRESA
SEZIONE I - L’IMPRESA COME ORGANISMO VIVENTE -
di Pietro Fulciniti
Sommario: Premessa – 1 Dimensione strutturale e dimensione sistemica dell’impresa – 2 Biologia dell’impresa – 3 L’impresa sistemica – 4 Una definizione concettuale dell’impresa come organismo vivente.
Premessa - Nella Parte Prima di questi Scritti di diritto ed economia aziendale, reperibile nell’apposita pagina di questo portale, sono stati affrontati argomenti che interessano l’impresa, l’imprenditore e l’azienda nei rispettivi ambiti stabiliti dalla legge: ci siamo soffermati sui modelli organizzativi, accennando alle varie strutture che caratterizzano la dimensione dell’impresa. Proseguendo nella nostra indagine, trattiamo della sua dimensione, ne esaminiamo la natura, definendola, metaforicamente, organismo vivente.
1. Dimensione strutturale e dimensione sistemica dell’impresa – Lo sbocco logico della struttura organizzativa dell’impresa è quello che le consente di operare in funzione della produzione o dello scambio di beni o servizi. Non avrebbe senso per l’impresa dotarsi di organi che non avessero la capacità di operare per raggiungere determinati fini. Perciò, la struttura che ci occupa può essere definita come un «insieme» in cui ai «singoli elementi» sono assegnati ruoli, attività e compiti da svolgere nel rispetto di vincoli legislativi e statutari, posti tra loro in stretta relazione per rendere possibile, attraverso l’attivazione di un «sistema vitale», il raggiungimenti di un «fine» per cui l’impresa è nata. Detto «sistema» è dotato sia di un organo preposto alla governance, sia di una struttura operativa; possiede la capacità di «sviluppo» ed «apprendimento». Il «fine» primario dell’impresa è – come in ogni organismo vivente - la sopravvivenza, che trova realizzazione nella creazione di «valore socio-economico», effetto del perpetuarsi del profitto nel tempo. Le due dimensioni, una «strutturale» l’altra «sistemica», ci consentono – in prima lettura – la dimensione statica dell’impresa nel suo manifestarsi in un dato mento della sua vita, e la dimensione dinamica dell’impresa nel suo divenire. La trasformazione delle capacità, le relazioni ed interrelazioni strutturali, determinano l’emergere del «sistema vitale» dell’impresa.
2. Biologia dell’impresa – Si può teorizzare una biologia dell’impresa? Riteniamo di sì, anche se l’impresa/azienda è comunemente studiata come soggetto economico dedito alla produzione o allo scambio di beni o servizi, e che trova il suo modo di essere e di operare in norme giuridiche (Per una similitudine dell’impresa con il mondo biologico, cfr Penrose. Trovano ispirazione nel darwinismo sociale, almeno nei limiti dell’utilità del mondo biologico per le discipline economico-aziendali: Dagnino; Ghiselin; Marciano; Ruse). In quanto organismo vivente, l’impresa è assoggettata a dei cicli o fasi vitali: la nascita, che coincide con l’organizzazione del complesso di beni necessari affinché l’imprenditore possa esercitare professionalmente appunto l’impresa; lo sviluppo come condizione fisiologica perché possa produrre ciò che è necessario a se stessa e agli altri; morte, estinzione dopo che ha raggiunto lo scopo per il quale fu creata ma anche prima di raggiungere il fine stesso, per cause previste dallo statuto o dall’atto costitutivo (esempio: conseguimento dell’oggetto sociale o sopravvenuta impossibilità di raggiungerlo), per volontà dell’imprenditore (nell’impresa individuale) o dei soci (in quella sociale) che ne deliberano lo scioglimento ovvero per cause previste dalla legge (esempi: la riduzione del capitale al disotto del minimo legale; la dichiarazione di fallimento; il provvedimento dell’autorità governativa, nei casi contemplati dalla legge).
3. L’impresa sistemica – Ciò che preliminarmente va chiarito è se l’impresa sia «sistema» fin dal suo venire in vita o se, al contrario, lo diventi in prosieguo di tempo. La dottrina non è unanime sul punto. Non mettono in dubbio il concetto di sistema aziendale alcuni autori, la cui citazione è limitata alla letteratura italiana (Amaduzzi; Seiler; Rullani; Bertini;Tagliagambe-Usai; Golinelli;Usai; Barile, con riferimento all’importanza che ha il periodo di tempo in cui l’impresa è sistema ancora «in via di compimento»; Vicari; Massaroni-Ricotta). Giova però ricordare che nei primi anni in cui l’impresa produce o scambia beni o servizi (e a maggior ragione nella fase organizzativa del suo assetto produttivo o distributivo), essa, essendo suscettibile di evolversi da organizzazione «semplice» in organizzazione «articolata e complessa», non può dirsi che assurga a sistema, né di mantenersi automaticamente in tale condizione sistemica (vedi Cafferata). Egli osserva inoltre che allorquando l’impresa abbia superato la fase iniziale della sua creazione e le difficoltà che la possono caratterizzare, una volta verificata «la formazione e sussistenza delle caratteristiche della “sistemicità”», non si versa nella certezza che essa possa mantenere tale condizione nel tempo, né può nascere nell’imprenditore siffatta presunzione. Anzi, sarebbe opportuno interrogarsi «se stiano conservando o rafforzando le predette condizioni o, all’opposto, se le stiano perdendo». (op. cit. p. 54). Condivisibile è l’avviso del Cafferata quando scrive che «L’imprenditore intelligente…è o deve essere sempre colto dal dubbio a proposito della “sistematicità” e dell’evoluzione di tale condizione, E quando non è in grado di farlo da sé , deve porre tale problema a terzi, cioè a collaboratori o consulenti che lo aiutino a risolvere il problema».
4. Una definizione concettuale dell’impresa come organismo vivente – Assodato che l’impresa possa (ma non sempre), nel suo divenire, assurgere e mantenere i caratteri della «sistematicità», vediamo adesso come essi si estrinsecano. Il sistema di relazioni che l’impresa pone in essere e poi regola si orientano verso la creazione «di valore socio-economico la cui finalità è di incrementare la propria probabilità di sopravvivenza attraverso la ricerca di condizioni favorevoli alla vitalità sistemica» (così Bassano). Come ogni organismo vivente, anche l’impresa è soggetta a perdere la sua vitalità prima di conoscerne lo sviluppo. Si parla di «mortalità infantile dell’impresa», il cui tasso può essere elevato (per tutti cfr. Baldwin-Rafiquzzaman; Vivarelli). La concettualizzazione del «sistema vitale» dell’impresa, che taluni tendono a diversificare dai «sistemi viventi», che godono, come l’organismo umano, «di una serie di proprietà e sono dotati di particolari funzionalità, attivano reazioni fisico-chimiche, che non possono qualificare un’organizzazione imprenditoriale la quale, al contrario, rappresenta uno specifico sistema di individui ed elementi tecnici» (vediGolinelli-Gatti. Non mancano, tuttavia, concezioni diverse, cfr. Vicari. Vivente o vitale che sia – dotato, comunque, di un’area del «decidere» e di un’area dell’«agire» attraverso i propri organi interni (1) - il «sistema impresa» è in grado d’imporre «un’attività di governo capace di identificare, nell’incertezza del futuro, un dominio di varietà dei possibili stati della struttura e assumere, consapevolmente, decisioni che interessano il suo divenire sistemico teso al perseguimento della sopravvivenza» (Golinelli G. M.-Gatti M, op.cit. nota 7, p. 31). Il «sistema vitale», pertanto, è così definito …«sistema che sopravvive, rimane unito ed è integrale; è omeostaticamente (2) equilibrato sia internamente che esternamente e possiede inoltre meccanismi e opportunità per crescere e apprendere, per svilupparsi ed adattarsi, e cioè per diventare sempre più efficace nel suo ambiente» (così Beer).
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(1) – Nell’impresa individuale, l’imprenditore, persona fisica, ha il potere di decidere e di agire in nome e per conto dell’impresa stessa. La peculiarità è l’azienda è riconoscibile all’esterno mediante il nome della «ditta», la quale trova disciplina negli art. 2563 ss c. c. La ditta, comunque sia formata, deve contenere almeno il cognome o la sigla dell’imprenditore. Diversamente, nell’impresa sociale, a seconda della sua dimensione, A seconda della dimensione, la volontà della persona giuridica viene a manifestarsi attraverso il deliberato dell’assemblea (sempre presente in tutte le società commerciali, che non siano a socio unico); l’agire dell’amministratore delegato (o del presidente), che ne è il legale rappresentante; del direttore generale e dei direttori centrali. E’ utile, perciò, ricordare la differenza che intercorre fra il due concetto di «articolazione organica» e quello di «immedesimazione organica», che, a sua volta, si distingue dalla «rappresentanza». Con il termine «immedesimazione organica» si suole identificare la condotta dell’organo che viene imputata all’impresa sociale; sicché, quanto è espresso dall’organo deve ritenersi proprio dell’impresa stessa. Di contro, il termine «rappresentanza», si evoca un duplicità di soggetti: da un lato si ha il rappresentante, che pone in essere la parte formale dell’atto, dall’altra il «rappresentato», che ne è parte sostanziale, e al quale è riconducibile (mediante il processo d’imputazione) l’attività svolta in suo nome e per suo conto.
(2) - La parola omeostasi si compone di omeo- (dal greco: ὅμοιος = simile) e di -stasi (dal greco στάσις = stabilità, a sua volta derivato della radice στα- del verbo greco ἵστημι, stare). Indica una fondamentale proprietà degli esseri viventi che tendono a mantenere costanti nel tempo le proprie caratteristiche chimiche e fisiche opponendosi alle cause esterne, volte a turbare l'equilibrio interno, con una serie di reazioni omeostatiche' che cercano di mantenere la stabilità (vedi Giuseppe Pantoni, Treccani.it voce Cos’è la omeostasi) L'omeostasi viene definita come «il tentativo di conservare il proprio livello strutturale - cioè il livello di informazione posseduto - e di contrapporsi all'entropia» . (così Jiuri Lotman La semiosfera, Bologna, 1985).
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Bibliografia: Amaduzzi A., L’azienda, Torino, 1967; Baldwin J. R.-Rafiquzzaman M., Selection versus Evolutionary Adaptation: Learning and Post-Entry Performance, in International Journal of Industrial Organization, 1995, Vol. 13, n. 4, pp. 501-522; Barile S., (a cura di),L’impresa come sistema. Contributi sull’approccio sistemico vitale (ASV), Torino, 2006; ib.Verso la qualificazione del concetto di complessità sistemica, in Sinergie, 2009 n. 79, p. 69;Bassano C., Corso di Economia e gestione dell’impresa: a. a. 2005-2006); Beer S., Diagnosi e progettazione organizzativa – Principi cibernetici, trad. Isedi, 1991); Bertini U., Il sistema d’azienda, Torino, 1990; Cafferata R, L’impresa che diventa sistema: una lettura nel due centenario darwiniano, in Sinergie, 2010, n. 81 pp.51.76; Dagnino G.B., Il paradigma evolutivo in strategia d’impresa: approccio controverso o solida prospettiva conoscitiva?, in Economia e politica industriale, 2006 n. 4, pp. 103-132; Ghiselin M.T., Darwin and the Evolutionary Foundations of Society,in Journal of Economic Behavior & Organization, 2009, Vol. 71, n. 1, pp. 4-9; Golinelli G.M., L’approccio sistemico al governo dell’impresa. L’impresa sistema vitale, I, Padova, 2000; ib. L’approccio sistemico al governo dell’impresa. Verso la scientificazione dell’azione di governo, II, Padova, 2008; Golinelli G. M.-Gatti M. L'impresa sistema vitale. Il governo dei rapporti inter-sistemici, in Edited by: ISTEI - Istituto di Economia d'Impresa Università degli Studi di Milano – Bicocca, pp 6-7; Marciano A., Why Hayek is a Darwinian (after all)? Hayek and Darwin on Social Evolution, ib. 2009, Vol. 71, n. 1, pp. 52-61;Massaroni E.-Ricotta F., Dal sistema impresa ai sistemi d’imprese. Suggestioni e limiti delle reti d’imprese, in Sinergie, 2009, n. 80, pp. 3-30; Penrose E. T., Biological Analogies in theTheory of the Firm, in American Economic Review, 1952 n. 5, pp. 804-859; Rullani E., La teoria dell’impresa: soggetti, sistemi, evoluzione, in Rispoli M. (a cura di), L’impresa industriale, Bologna, 1982, pp. 103-110; Ruse M., Charles Darwin on Human Evolution, ib. 2099, Vol. 71, n. 1, pp. 10-19.); Seiler J. A., Analisi dei sistemi e comportamento organizzativo, Milano, 1976; Tagliagambe S.-Usai G., Organizzazioni. Soggetti umani e sviluppo socio-economico, Milano, 1999; Vicari S., L’impresa vivente, in Etas, 1991, pp 6-7; ib. Soggetti o sistema? Osservazioni sulla natura dell’impresa, in Sinergie, 2007, n. 72, pp. 119-139; Vivarelli M., Le piccole imprese in fase di start-up: motivazioni, performance,difficoltà, in Cafferata R., Genco P., (a cura di), in Competitività, informazioni einternazionalizzazione; Usai G., Le organizzazioni nella complessità, Padova, 2002;